21 febbraio 2008
In questo e nel prossimo articolo illustreremo in breve qualche concetto-chiave sui processi dell’apprendimento, per poter meglio comprendere quali strategie i musei usano, o dovrebbero usare, per comunicare i loro contenuti al pubblico.

Oggi, nonostante questa visione trovi ancora numerosi sostenitori, si ritiene piuttosto che l’allievo giochi un ruolo attivo attraverso la libera scoperta² . In quest’ottica persino l’errore o il fallimento, che avevano sempre assunto una connotazione negativa, sono ritenuti potenzialmente utili per l’intero percorso didattico.
Lo stesso insegnante, così, non viene più considerato un semplice fornitore di nozioni, ma diventa parte integrante dell’intero processo di insegnamento e apprendimento, in cui i due termini (docente e discente) non si escludono a vicenda, anzi interagiscono ed evolvono insieme.
L’apprendimento va quindi molto oltre l’acquisizione di una nuova conoscenza: implica l’acquisizione di capacità, lo sviluppo di spirito critico e la formazione di attitudini; stimola nuovi atteggiamenti e comportamenti, oltre che l’acquisizione di nuovi ruoli, e incoraggia il consolidarsi dell’identità personale.
Inoltre, apprendere non sempre significa imparare fatti nuovi; anzi, molto di quanto possiamo chiamare “apprendimento” riguarda l’uso di ciò che conosciamo, o conosciamo in parte, in nuove combinazioni, nuovi rapporti o in nuove situazioni. Guardare le cose in situazioni diverse, spesso, dà ai fatti noti significati nuovi. Imparare richiede sempre l’uso di conoscenze già acquisite (si suol dire che «la conoscenza parte dal conosciuto») e, quasi senza accorgercene, usiamo quel che conoscevamo in precedenza per attribuire significato alle nuove conoscenze e per interpretare nuove esperienze.
L’apprendimento coinvolge vari processi, tra cui quelli basilari della percezione e della memoria. Così come questi due sono fortemente influenzate dall’esperienza precedente, l’apprendimento è influenzato in massimo grado dalla motivazione, dalle attitudini, dalla fiducia in sé, dalla competenza culturale, dalla formazione, dall’ambiente sociale, da quello che insomma si suole definire come background di ciascuno. Per questo, l’apprendimento di fatti e nozioni non è mai separato da una conoscenza affettiva (di emozioni, sentimenti, capacità); e se è vero che esso richiede uno sforzo individuale, si tratta anche di un’esperienza sociale.
Nel prossimo articolo ci addentreremo più nel dettaglio cercando, naturalmente con le dovute semplificazioni, di rispondere alla domanda “come si apprende?”.
¹Tra i maggiori esponenti delle teorie comportamentiste o associazionistiche (che analizzano cioè le connessioni tra stimoli e risposte): Hull, Pavlov, Skinner e Thorndike.
²Uno dei più importanti psicologi cognitivi, Jean Piaget, ritiene che le conoscenze vengono letteralmente costruite e che il processo di costruzione è il conoscere; questo processo è inizialmente quello materiale, motorio, della nostra azione che poi viene interiorizzato: «conoscere significa fare». Tra gli altri sostenitori delle teorie costruttiviste vanno ricordati: Bruner, Lewin e Tolman.
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